Il 17 maggio 2023, alle 17.30, presso il Mondadori bookstore di Piazza Roma a Catania, si è tenuta la presentazione del nuovo testo di Alessandro Salerno: «Platone è per domani? Cronache scolastiche del XXI secolo»
Alessandro Salerno: L’autore e i suoi studi
Alessandro Salerno nasce a Catania il 18 luglio del 1971. Gli studi superiori e la successiva specializzazione in storia e filosofia all’università gli hanno permesso, giovanissimo, di entrare a far parte del sistema scuola, diventando docente a poche settimane dalla laurea, nel 1995. Diverse le pubblicazioni di argomento storico-filosofico all’attivo dell’autore. In particolare, si è occupato delle prove politiche di Guglielmo di Ockham, traducendo il Breve discorso sul governo tirannico, pubblicato da EBF, Milano, nel 2000, e il Dialogo sul papa eretico, edito da Bompiani, Milano, nel 2015. Oggi è docente di storia e filosofia presso l’Istituto d’istruzione secondaria superiore Concetto Marchesi, sito a Mascalucia (CT).

La presentazione del libro “Platone è per domani? Cronache scolastiche del XXI secolo“: Relatrici, temi trattati e genere letterario
La presentazione del libro, edito da Algra Editore a marzo 2023, è stata condotta egregiamente dalle due relatrici, Luciana Malerba e Gianna Cannì. La prima si è occupata della lettura di alcuni estratti del testo, significativi e riflessivi, utilizzati infatti come spunto per il dialogo con l’autore avviato da Cannì. Numerosi i temi trattati e le questioni aperte, quasi tutte riguardanti il sistema scolastico. Il testo è di matrice autobiografica, ma fa fatica ad essere ascritto ad un unico genere letterario. Come ha raccontato l’autore stesso, infatti, nasce da una serie di dolori assommatisi che egli ha dovuto affrontare: primo fra tutti la pandemia, con i suoi improvvisi stravolgimenti, sia a livello sociale che a livello del sistema scolastico, perno della vita dell’autore; in secondo luogo, un dolore di natura personale che ha trasformato un momento infelice in uno di riflessione. La scrittura, il gesto di mettere nero su bianco le proprie emozioni e la propria esperienza è, quindi, una terapia: ha fatto sì che il dolore si tramutasse in qualcosa di bello, di positivo e soprattutto di comunicativo.
Il tema della parola e del teatro nel libro
Il tema della parola è, appunto, nucleo militante del testo, accompagnato a quello del teatro. Per il filosofo, infatti, la parola e il linguaggio sono uno strumento di seduzione, perché servono all’uomo per emanciparsi, per uscire dalla «caverna» (ndr. Mito della caverna, Platone) ed essere finalmente libero. Ma come il tema della parola può essere messo a paragone con la tematica teatrale? L’insegnamento, come il teatro, è un’attività artigianale che prevede la dimensione corporea: esattamente come un attore, l’insegnante durante la lezione ha la sensazione di essere divorato dagli sguardi. Inoltre, entra anche qui in campo una sorta di smania: l’insegnamento è, infatti, spinto dalla stessa molla dell’eros, il desiderio. Nel caso specifico dell’insegnamento, il desiderio per l’oggetto del sapere.
Il significato della frase tatuata: «Χαλεπά τὰ καλά»
La presentazione si chiude con la lettura di un estratto dove si racconta il gesto “estremo” di un alunno, che decide di tatuarsi sul bicipite muscoloso una frase in greco sentita a lezione.
Il tema della parola, quello del corpo e infine quello del dolore che può avere un esito positivo confluiscono tutti in quell’unica frase. «Χαλεπά τὰ καλά»: le cose belle sono difficili.
