Michele Guardì: Dalla Rai a “Il Polentone”, l’ironico “giallo” ritratto dell’Italia

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Lo hanno definito “La televisione”, ed in effetti quando si parla di programmi tv di successo non si può fare a meno di pensare a lui: Michele Guardì, regista e autore di alcuni format che appartengono ormai alla storia della Rai. A cominciare da “I fatti vostri”, il programma che da 33 anni non ha rivali nella fascia di mezzogiorno e che ha rappresentato un trampolino di lancio o la consacrazione definitiva per conduttori e giornalisti: da Fabrizio Frizzi a Giancarlo Magalli, da Alberto Castagna a Massimo Giletti fino a Salvo Sottile.

Dalla provincia di Agrigento alla televisione

Guardì, nato a Casteltermini, in provincia di Agrigento, ripete spesso di avere portato in televisione la piazza del suo paese, raccontando i “fatti” di cui si discute ogni giorno. E un’operazione per certi versi analoga, ovviamente con la necessaria avvertenza che ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti è puramente casuale, il regista la fa cimentandosi con il suo ultimo romanzo “Il polentone”.

Un giallo che richiama l’ironia

Un giallo che in alcune pagine sembra richiamare l’ironia e l’arguzia di un altro grande scrittore siciliano nato dalle stesse parti di Guardì e che, come lui, ha lavorato a lungo in televisione: Andrea Camilleri.

Nella sua Agrigento la presentazione del libro: Il Polentone

Michele Guardì torna spesso in vacanza nella sua Agrigento e quest’estate ha presentato il suo secondo romanzo nella meravigliosa Piazza Santa Croce, nel cuore del Ràbato, il quartiere solenne della città vecchia, che nel 1966 fu sepolto da una frana.
Il “Polentone” è stato presentato nell’ambito della rassegna “Libri in Cortine – Estate 2023”.

Cosa ci racconta nel suo ultimo libro

“Il romanzo è ambientato all’inizio degli anni Settanta, a Castroianni, un piccolo paese della Sicilia che, per mancanza di litio nell’acqua corrente, registra il più alto tasso di pazzi di tutta la provincia. Dal momento che la locale sezione della Democrazia Cristiana (ma il litio non c’entra) è sospettata di reggersi su un tesseramento fasullo, viene mandato da Roma il funzionario torinese Graziano Bobbio per indagare sui brogli. Presa dallo sconforto Rosalia Calì – la ricca e avida “Sindachessa”, che fino a quel momento ha gestito indisturbata una redditizia attività di mazzettara – per salvare la poltrona del segretario politico e con quella anche la sua di sindaco, forzando la sua natura intrinsecamente frigida, si costringe a sedurre il polentone. Il piano funziona.

L’imbroglio sul tesseramento viene coperto.

L’imbroglio sul tesseramento viene coperto. E in meno di tre mesi i due convolano addirittura a nozze – complice anche la dote di novanta ettari di terreno, grazie alla quale “il polentone” conta di dimenticare il misero stipendio da funzionario. Ma le cose si complicano quando il novello “signor Calì”, per sfuggire alla insoddisfacente vita matrimoniale, si trasferisce in campagna, dove trascorre il tempo con Tatano, suo ex commilitone, e con Celestina, bella ventenne nota per le sue esagerate prodezze sessuali.

Un paese pieno di pettegolezzi…

E mentre tutti in paese cominciano a spettegolare sui loro rapporti, arriva il colpo di scena: “il polentone” è stato rapito e per pagare il riscatto la moglie dovrà scucire tutte le mazzette faticosamente conquistate a suon di appalti.

Il Polentone non è solo un romanzo…

“Più che un romanzo, come si legge nella seconda di copertina, è una commedia degli equivoci: esilarante per certi versi, dolceamara per altri, in cui due storie (quasi) d’amore si sovrappongono ingarbugliandosi. Ma anche il ritratto di un’Italia provinciale nella quale nessuno si salva.

Il confronto tra due mentalità

Ho messo a confronto nel mio libro due mentalità profondamente diverse, incistate nella storia d’Italia: Un polentone stava ribaltando il mito della furbizia araba che a Castroianni, fino a quel momento, avevano ritenuto un caposaldo esclusivo del patrimonio genetico siciliano….”

Qual è il ritratto dell’Italia che viene fuori dal suo romanzo “Il Polentone”?

Ma è il ritratto di una serie di persone e di personaggi che hanno delle identità abbastanza riconoscibili: c’è il furbissimo, il politicante maneggione, lo stupido e il simpaticone. Insomma c’è tanta gente che rappresenta le singole identità nazionali che in Sicilia poi, in qualche maniera, sono identità ancora più forti e più marcate.

Il suo nuovo libro che messaggio lancia?

Lancia più che altro delle osservazioni. Io mi considero un raccontatore e non uno scrittore. Mio nonno paterno aveva la quinta elementare ed era uno che nel 1900 amava raccogliere nel cortile di casa, soprattutto la sera, vicini e parenti e si inventava delle storie, ed io amo fare questo…

Progetti per il futuro: teatro e tv?

Non riesco a stare fermo, a godermi le vacanze, è più forte di me. Ho appena finito il terzo libro che dovrebbe uscire tra marzo e maggio del 2024. E poi sto preparando la nuova edizione de “I fatti vostri” e sto preparando il ritorno in teatro con la mia commedia su “Tandoj”. Insomma non mi faccio mancare impegni…(sorride Michele Guardì ndr..) 

Un artista poliedrico in continua evoluzione

La Casa Editrice Cummo è entusiasta di aver avuto l’opportunità di intervistare Michele Guardì, artista poliedrico che continua a sorprendere e intrattenere il pubblico con le sue opere. La sua abilità nel trasmettere emozioni, intrecciare trame avvincenti e creare personaggi memorabili conferma il suo talento sia nel mondo della narrativa che in quello dell’intrattenimento televisivo. Non vediamo l’ora di scoprire quali nuove avventure narrative e televisive ci riserverà nel futuro.

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