Dalla Libreria Vicolo Stretto alla rinascita della Legatoria Prampolini – Il confronto con Maria Carmela e Angelica Sciacca

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Casa Editrice Cummo ha avuto il piacere di intervistare Maria Carmela e Angelica Sciacca, sorelle e soprattutto giovani imprenditrici catanesi. Occupate nel settore del libro, oggi proprietarie di due meravigliose librerie: Libreria Vicolo Stretto e della rinomata Legatoria Prampolini. Scopriamo insieme la loro storia e la passione del libro e come è nata l’idea della libreria.

Libreria vicolo stretto

Grande e piccola libraia, due sorelle con l’arte del libro nel sangue, potreste presentarvi?

Le due figure fondamentali della libreria, Maria Carmela e Angelica Sciacca si presentano così:

Maria Carmela Sciacca, in arte la Libraia Grande, questo dovuto semplicemente al fatto di essere la maggiore delle sorelle. Vengo da studi umanistici, per cui all’interno della libreria mi occupo principalmente della parte comunicativa. Delle due librerie, quella di mia competenza è la Legatoria Prampolini».

Angelica Sciacca, in arte la Libraia Piccola. Mi occupo in prima battuta della parte creativa della libreria, dunque di progetti o di nuove idee legate fondamentalmente al modo di sponsorizzare sia i luoghi fisici, quindi le librerie, che i prodotti offerti, dunque i libri e la sezione caffetteria. Delle due librerie, quella di mia competenza è la Libreria Vicolo Stretto».

Angelica raccontami di Vicolo Stretto e da dove nasce l’idea della rilevazione della Legatoria? Come è organizzata oggi?

A: «La Libreria Vicolo Stretto apre ufficialmente al pubblico il 16 luglio 2011. Incredibilmente, nasce in maniera inaspettata e spontanea. Maria Carmela era di ritorno a Catania dopo un periodo trascorso in Spagna e, a seguito di un aperitivo con il vecchio proprietario, ha proposto di intraprendere questo viaggio. La libreria oggi ha, infatti, tredici anni: dodici dei quali sotto la nostra proprietà. Posso comunque dire con convinzione che Vicolo Stretto nasce sì da una nostra passione, perché siamo sempre state entrambe lettrici forti, ma fondamentalmente è frutto del caso, di un’idea nata nel cuore della notte».

M.C.: «Come per Vicolo Stretto, l’idea non è nata, è arrivata. La Prampolini era in fallimento, non dichiarato, e una mia amica si stava occupando di questo processo di chiusura, in modo che non comportasse troppi danni. Un giorno mi ha telefonato per proporre a me ed Angelica la rilevazione. La contrattazione è durata otto mesi, ma questo ci ha permesso di chiarirci le idee su come organizzare tutto. Inoltre, nel 2019 mi sono ammalata, per cui è andato tutto un po’ a rilento. Per quanto riguarda la progettazione, noi da anni ci affidiamo a Marco Terranova, che ha fatto un lavoro di riorganizzazione dello spazio certosino, molto ragionato».

legatoria-interni-Libreria

Quali sono le principali sfide che la Prampolini ha dovuto affrontare?

M.C.: A livello di idee soprattutto. Ad esempio, con l’avvento del Covid, il progetto della caffetteria è stato stoppato, per poi essere ripreso a gennaio 2023. Non tutti i mali, però, vengono per nuocere: questo ci ha permesso di far maturare il nostro progetto, osservando come le persone si muovessero all’interno della libreria. Oggi, infatti, la caffetteria si trova nella terza e ultima sala (e non nella sala centrale dove l’avevamo immaginata inizialmente), dove la luce naturale filtra dalle finestre e la cui conformazione si adatta perfettamente al bancone. Sono, quindi, gli spazi che si adattano alle persone e non il contrario».

Che tipo di eventi verranno organizzati?

A: «La tipologia di eventi che ospitiamo in libreria è principalmente legata alle presentazioni di libri, ma adesso abbiamo inserito anche i concerti in acustico. Questo perché per noi la libreria è un luogo fisico in cui stare, dove la fruizione della cultura avviene a 360°. Abbiamo ospitato infatti Pier Cortese, con introduzione di “Mario Venuti”, Valentina Polidori e Agostino Tilotta, chitarrista del gruppo indie rock Uzeda.

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Quali sono le vostre prospettive sulla digitalizzazione e sull’innovazione tecnologica in Sicilia? Come state affrontando queste sfide e quali vantaggi sperate di ottenere?

M.C.: «La digitalizzazione completa di una libreria è, a mio avviso, impossibile. Quello a cui possiamo aspirare è il miglioramento del sito Internet e dei social, in modo da rendere l’esperienza dell’utente più comoda possibile, ma soprattutto quanto più coerente con il luogo fisico».

Quali sono le strategie per adattarvi ai cambiamenti economici e ai nuovi trend?

A: «L’adattamento al cambiamento è sempre stato veloce. Già nel 2018 avevamo pensato alla consegna a mano su Catania con Libro Lesto, che è poi diventato realtà con l’avvento del Covid, permettendoci di mantenerci attive e in contatto con i nostri clienti. Non sappiamo come cambieranno le sorti della Sicilia, ma mi piacerebbe che ci fosse uno sguardo più ampio sul mondo culturale, perché è questo ciò che fa una comunità ricca, non economicamente, ma di animo».

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