I leoni di Sicilia: Storia della famiglia Florio nella Sicilia di primo Ottocento

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I leoni di Sicilia, edito da Editrice Nord, nel 2019, è il titolo più venduto in Italia dall’uscita ad oggi, con 700 mila copie vendute e più di 35 edizioni. Primo capitolo di una saga familiare, attualmente composta da due volumi, il romanzo vanta numerose traduzioni e pubblicazioni in paesi come Spagna, Stati Uniti ed Olanda, oltre ad altre in corso in circa 31 Paesi.

Un’affascinante trasposizione televisiva

Le riprese per la produzione di una serie TV basata sul romanzo sono state avviate, grazie alla collaborazione con Rai Fiction. La serie vedrà la partecipazione di personalità di spicco come Miriam Leone ed Eduardo Scarpetta, promettendo di portare le storie dei personaggi sullo schermo con tutto il loro fascino.

Proverbi siciliani come introduzione

Il romanzo si apre con un proverbio siciliano ad ogni capitolo, che introduce il tema principale trattato in quella sezione. Il primo proverbio è il celebre “Cu nesci arrinesci” (ndr. Chi esce riesce). Il lettore scoprirà che non solo il primo capitolo, ma l’intera vicenda della famiglia Florio sarà basata su questo proverbio.

L’ascesa della famiglia Florio

Il romanzo cita ad ogni apertura di capitolo un proverbio tipico siciliano, che introduce principalmente alla tematica trattata. Il primo è il celebre «Cu nesci arrinesci» (ndr. Chi esce riesce). Il lettore non lo sa ancora, ma su di esso sarà basato non solo il primo capitolo, ma l’intera vicenda della famiglia Florio.

È il 1799 quando i fratelli Paolo e Ignazio Florio decidono, a seguito di un tremendo terremoto, di trasferirsi insieme alla propria famiglia da un piccolo paesino della Calabria, Bagnara Calabra, alla maestosa e caotica Palermo. La conquista francese del Regno di Napoli fece sì che in quegli anni il prestigio e l’importanza della Sicilia, e in particolare di Palermo, crescessero a dismisura, trasformando l’isola in uno dei principali crocevia commerciali e culturali. È in via dei Materassai che Paolo e Ignazio danno avvio alla loro attività, aprendo un’aromateria di spezie. Spesso guardati con diffidenza ed etichettati come furasteri (ndr. Stranieri), i due fratelli inizialmente fecero un’enorme fatica a farsi accettare in società.

Da furastieri inaccettati a commercianti europei

Infatti, fu solo dopo la morte del fratello maggiore, Paolo, che gli affari presero una piega diversa, permettendo ad Ignazio di espandere i propri orizzonti. I commerci dell’aromateria si allargarono a tutta l’Europa e ciò consentì l’acquisizione delle tonnare di San Nicola e Vergine Maria e la conseguente creazione di una propria compagnia di navigazione.

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Dalle spezie alla fonderia

Alla morte di Ignazio, le redini della famiglia passarono nelle mani del giovane nipote Vincenzo, che a soli 29 anni si inserì nel commercio della società Florio, occupandosi di produzioni di varia natura: tabacco e cotone in prima battuta, per poi passare ai trasporti, con i battelli a vapore e i piroscafi, e infine alla produzione di Marsala e cognac, basandosi sulle metodologie inglesi Woodhouse e Ingham. Ultima, ma non per importanza, l’acquisizione della tonnara di Favignana, con la sperimentazione di un nuovo metodo di conservazione del tonno, e l’apertura della fonderia Oretea.

Personaggi indimenticabili e intrecci storici nei leoni di Sicilia

Impossibile, nel corso delle 448 pagine, non affezionarsi ai personaggi e al loro modo di essere: Paolo, severo e dedito al lavoro; Ignazio, forte e con una spiccata sensibilità; Giuseppina, estremamente nostalgica e devota al figlio; Vincenzo, autoritario e fiero; infine Giulia, perseverante e decisa. Le vicende strettamente familiari si intrecciano così a quelle storiche dell’isola, come la Rivoluzione siciliana del 1848 e lo sbarco di Garibaldi a Marsala nel 1860.

I leoni di Sicilia: L’influenza della Sicilia e della famiglia Florio

La crescita dell’influenza della Sicilia si muove, dunque, di pari passo con quella della famiglia Florio che, attraverso sacrifici e rinunce, è riuscita nel suo intento: far risplendere e risuonare il proprio nome, non solo in Sicilia, ma in tutta Europa, trasformando una putìa in un impero.

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